Marichyāsana: la Posizione del Raggio di Luce
Marichyāsana: la Posizione del Raggio di Luce

Simbologia di Marichyāsana
La saggezza dei sapienti: Posizione del saggio Marīci
Marīci (मरीचि) in sanscrito significa “raggio di luce“, sia del sole che della luna.
L’incandescente Marīci, portatore della luce della divina conoscenza e del potere della mente, è un Prajapati deità vedica creata dalla mente (Mansaputras) di Brahmā e quindi una delle sue forme.
È considerato uno dei sette grandi saggi (Saptarishi). È il padre di Kaśyapa, che a sua volta è il padre di varie divinità (devas) e demoni (asuras).
Marichi è considerato una figura mitologica importante nella genealogia divina e umana, poiché suo nipote Surya (il dio del sole) è adorato attraverso i saluti al sole, e suo pronipote Manu darà origine all’umanità.
Marichi simboleggia saggezza, energia e forza cosmica. Il suo ruolo nell’universo era quello di dissipare l’oscurità su ogni piano dell’esistenza, stabilendo una discendenza che avrebbe che avrebbe animato e illuminato il cosmo.
Questo era il suo dharma. Marichi è anche associato alla meditazione e alla trasmissione di conoscenza spirituale.

La posizione del Raggio di Luce: anatomia in dettaglio
Marichyāsana 3 stimola l’energia profonda del bacino che deve avere stabilità e mobilità nella flessione delle anche; attiva i muscoli addominali profondi da cui nasce la torsione oltre la gamba piegata, questo genera un movimento intenso che porta luce ai pensieri e visione profonda di chi siamo, stimolando in modo specifico il centro dell’ombelico o Manipura chakra.
Vediamo di seguito le zone del corpo coinvolte.
Anche
E’ richiesta una profonda flessione in questa zona del corpo che prevede libertà dell’articolazione sacro-iliaca e buon tono del pavimento pelvico e di tutta la zona del basso addome.
Gambe
La muscolatura deve essere forte sia in accorciamento che allungamento sia del quadricipite che del bicipite femorale, chiedendo due lavori sinergici, uguali e opposti nella gamba distesa e in quella piegata.
Caviglie
E’ necessaria una buona estensione del tendine di Achille e flessione della caviglia perché la gamba piegata fa l’azione di Utkatāsana con il piede a terra molto attivo e una spinta dall’anca verso la tibia, come se potessimo da un momento all’altro alzarci in piedi.
Colonna vertebrale
Questa posizione richiede un intenso allungamento, una leggera flessione in avanti e una profonda torsione del rachide. La combinazione simultanea di questi movimenti esige consapevolezza del respiro, controllo diaframmatico e uno psoas forte e mobile.
Il centro frenico, o Manipura chakra, deve rimanere libero: il movimento in avanti nasce dall’azione del pube e si propaga lungo la colonna fino alla nuca; la torsione invece parte dal radicamento degli ischi, che stabilizzano le anche a terra, mentre obliqui, trasverso e gran dentato lavorano per ruotare il torace in senso opposto al bacino.
Il gesto ricorda l’apertura di una bottiglia: mentre la bottiglia ruota in un senso, il tappo si muove in direzione opposta.
Spalle, cingolo scapolare e colonna dorsale
Per portare il torace oltre la gamba piegata è essenziale una buona mobilità del cingolo scapolare, soprattutto nel movimento di intra-rotazione delle spalle, simile a quello richiesto in Gomukhāsana. In caso contrario, il movimento si blocca e non si riesce ad agganciare le mani dietro la schiena. Allo stesso tempo, è necessaria un’adeguata estensione della colonna dorsale e una buona mobilità della gabbia toracica nella torsione. Queste due “aperture” lavorano in sinergia per completare la rotazione del busto oltre la gamba piegata.

La respirazione gioca un ruolo vitale in ogni āsana. E’ importante mantenere una respirazione consapevole naturale, fluida e regolare affinché il corpo si rilassi e la mente si calmi durante la pratica.
Consigli per praticare la posizione del saggio Marīci
Di seguito alcuni suggerimenti utili per praticare la posizione in modo corretto.
- Progressione graduale: se sei all’inizio della pratica di Marichyāsana 3, inizia con posizioni sedute più semplici come Dandasāsana e Paschimottanāsana, stando con il bacino rialzato o su una coperta piegata o su un mattoncino: più alziamo il bacino rispetto alle ginocchia, più lavoreremo in profondità sulla flessione delle anche. Se il movimento del bacino è molto bloccato, consigliamo di lavorare in piedi con esercizi preparatori come gli squat classici e anche monopodalici nella versione del
- Utilizzo di supporti: se le anche sono molto chiuse inizia praticando con il bacino rialzato sedendoti anche su una sedia per un lavoro intermedio di preparazione: rivolti verso la parete con i piedi al muro si lavora sulla flessione.
- Sempre sulla sedia si può poi preparare la flessione oltre la gamba piegata con posizioni come Parivrtta Parsvakonāsana o mettendo sul sedile della sedia il piede della gamba piegata andare oltre aiutandosi con le mani che afferrano la spalliera.
- Osservazione del respiro: in inspiro radica gli ischi a terra dando peso alle anche, ai femori lungo tutte le gambe fino ai piedi e, in espiro, sfruttando il rimbalzo della forza di gravità, sentiti leggero e continua a lavorare sull’allineamento e l’allungamento della colonna vertebrale prima di dare avvio all’azione della torsione.
- Ascolto del corpo: rispetta i limiti del tuo corpo e non forzare la posizione. Ogni corpo è diverso, concediti tempo per sviluppare gradualmente la mobilità e la stabilità necessarie per arrivare alla posizione finale. Gioisci anche della conquista di fasi intermedie, come ruotare oltre la gamba piegata senza far ruotare intorno le braccia per afferrare le mani.
Pratica sempre con consapevolezza e rispetto per il tuo corpo. Ricorda, l’importanza sta nella pratica, non nell’essere perfetti!
I benefici di Marichyāsana
La pratica della posizione del saggio Marīci porta beneficio alla postura, dato che come tutte le torsioni lavora sulle scoliosi e le asimmetrie.
Tonifica i muscoli addominali profondi (trasverso, obliqui, pavimento pelvico) e i profondi della colonna, aumenta la flessibilità del diaframma toracico e la mobilità del costato.
Massaggia i visceri e accende il fuoco gastrico interiore, migliorando la circolazione negli organi addominali e pelvici ed è un valido aiuto per la digestione e la riattivazione energetica, portando chiarezza ai pensieri e leggerezza allo spirito che si rafforza nella purificazione del corpo.
A livello del corpo fisico, forza vuol dire anche maggiore mobilità e spazio articolare. Tutto questo porta rilassamento (ri-lascio delle tensioni) e distensione (espansione) al sistema corpo umano (mente-corpo-energia).
Le controindicazioni
Nonostante i suoi benefici però Marichyāsana 3 può non essere adatta a tutti i corpi e può comportare alcuni rischi se non eseguita correttamente.
Le principali controindicazioni includono:
- Problemi al diaframma e alla respirazione: Se hai tendenza a chiudere la zona epigastrica e hai poca mobilità toracico-dorsale, rischi che questa torsione ti blocchi e ti chiuda ancora di più, spezzando il respiro che si accorcia e si fa troppo superficiale.
- Problemi alle spalle: Se forzi l’intra-rotazione senza che le spalle e il torace siano preparati, rischi infortuni e infiammazione (sovraspinato o cuffia dei rotatori).
Marichyāsana 3 in Gravidanza
Nessuna intensa flessione e torsione è consigliata in gravidanza, momento delicato di trasformazione del corpo della donna nel cui ventre prende forma, gradualmente, una nuova vita.
Per questo la zona dell’addome va lasciata tranquilla lavorando più sulla mobilità e forza del pavimento pelvico e delle anche, sull’apertura del torace e delle spalle.
Tutto questo porta equilibro alla postura, centratura e allineamento, accompagnando il corpo verso il parto.
Testo antico
“Come l’acqua che scorre attorno a una roccia, la torsione ripulisce i canali vitali (nāḍī), accende il fuoco interiore e stabilizza la mente.” (ispirata a Haṭha Yoga Pradīpikā 1.27 e a descrizioni dello Yoga Korunta)
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