Ūrdhva Dhanurāsana: la Posizione dell'Arco
Ūrdhva Dhanurāsana: la Posizione dell’Arco
Ūrdhva Dhanurāsana, conosciuta anche come “posizione dell’arco” o “posizione della ruota”, è un profondo inarcamento all’indietro che offre grandi benefici sia fisici che mentali.
Questa āsana, chiamata a volte anche chakrāsana, attiva intensamente i muscoli della schiena, il cuore e le spalle, contribuendo a un’apertura completa della parte anteriore del corpo.
Praticare Urdhva Dhanurasana stimola inoltre la colonna vertebrale e il sistema nervoso, promuovendo un senso di vitalità e di espansione.
Significato e simbologia di Ūrdhva Dhanurāsana
La posizione dell’arco ha un forte significato simbolico. Il termine sanscrito “Dhanurāsana” è composto infatti dalla parola “dhanur”, che significa arco, uno strumento di grande potenza e precisione, spesso presente nei racconti epici dell’induismo come simbolo di concentrazione, forza e trasformazione.
Nei testi sacri come il Mahabharata e il Ramayana, l’arco è frequentemente associato agli eroi e ai guerrieri spirituali, che lo utilizzano come strumento di rettitudine e determinazione. Nella filosofia yogica, l’arco diventa quindi un simbolo dell’allineamento tra corpo, mente e spirito.
Ritroviamo questo concetto anche nella Bhagavad Gita, dove Krishna insegna ad Arjuna l’importanza della concentrazione e della dedizione per raggiungere uno scopo elevato. La tensione dell’arco rappresenta l’intensità della disciplina e della volontà che lo yogi sviluppa per superare le limitazioni del corpo e della mente, simboleggiando così il cammino verso l’autorealizzazione.
Citando B.K.S Iyengar, uno dei padri dello yoga moderno: “Il corpo è l’arco, l’asana la freccia e l’anima il bersaglio”. Così come un arciere concentra tutta la propria attenzione sulla freccia, uno yogi in Urdhva Dhanurasana concentra la propria energia fisica e mentale, canalizzando ogni sforzo verso la liberazione dalle paure e dalle insicurezze, aprendosi a nuove possibilità.
In questo modo, Ūrdhva Dhanurāsana non è solo una postura fisica, ma un simbolo di progresso spirituale e di aspirazione verso uno stato di equilibrio e di pace interiore.
Come eseguire la posizione dell’Arco
Ūrdhva Dhanurāsana è una posizione avanzata che richiede un lavoro sinergico tra diversi gruppi muscolari per raggiungere una corretta attivazione ed equilibrio.
Questa posizione infatti coinvolge sia la parte anteriore che quella posteriore del corpo, rendendo necessaria un’azione armonica tra le parti attive e quelle passive.
Vediamo nel dettaglio le principali aree coinvolte.
Difficoltà e pratica di Ūrdhva Dhanurāsana
Colonna vertebrale e muscoli della schiena
La colonna vertebrale in questa posizione è inarcata verso l’alto in una curva profonda. I muscoli spinali, come l’erettore della colonna, sono attivamente coinvolti per supportare l’apertura e sostenere l’arco. Anche i muscoli romboidi e trapezio partecipano per stabilizzare le scapole e aiutare ad aprire il torace.
È importante che l’attivazione muscolare sia bilanciata da un rilascio graduale delle tensioni, per evitare di caricare eccessivamente la parte bassa della schiena (lombare), che può risultare più vulnerabile in questa posizione, ma che possiamo salvaguardare attivando la retroversione dalla zona sacrale-coccigea-pubica e utilizzando la forza delle gambe con l’allungamento dei quadricipiti e la contrazione dei bicipiti femorali.
Come Dona Holleman insegna: “No legs, no backbends”.
Cingolo scapolare e spalle
Le spalle devono essere forti e mobili per consentire una buona estensione. I muscoli deltoidi, i tricipiti e i pettorali giocano un ruolo chiave: i deltoidi sostengono il sollevamento del corpo, mentre i tricipiti contribuiscono alla stabilizzazione delle braccia. Ma la spinta verso l’alto parte dal centro della schiena un po’ più in basso rispetto alla base della punta inferiore delle scapole, grazie all’attivazione del trapezio medio e inferiore e del gran dorsale.
Il muscolo pettorale minore, se non è adeguatamente riscaldato e flessibile, può limitare l’apertura del torace, quindi il riscaldamento di questa area è cruciale. Inoltre, i muscoli scapolari come il trapezio e il romboide aiutano a mantenere le scapole stabili, favorendo la loro elevazione controllata in modo da non coinvolgere il trapezio superiore (che si irrigidirebbe creando stress e possibile dolore nella zona cervicale e nel jalandara bandha bloccando anche il respiro) e facilitando un’apertura equilibrata del torace.
Torace e respirazione
Il torace si espande se manteniamo una respirazione profonda e fluida grazie al movimento consapevole a ampio del diaframma così che i muscoli intercostali si aprono in modo più ampio.
La forma della posizione consente di attivare anche inconsapevolmente il mula bandha breathing, ossia la respirazione yogica completa con addome controllato, perchè i muscoli addominali si trovano al loro massimo grado di allungamento e quindi creano una parete distesa ma elastica e compatta, per cui il movimento naturale del diaframma andrà a lavorare nella parte posteriore distendendo i lombi e creando spazio negli intercostali della gabbia toracica in inspirazione, mentre in espirazione i muscoli erettori profondi della colonna si estenderanno al massimo.
L’espansione del torace e l’apertura dello sterno (ossia l’espansione dei muscoli intercostali) stimolano il cuore e migliorano la circolazione sanguigna.
Flessori dell’anca e gambe
I flessori dell’anca (come l’ileopsoas) vengono allungati in profondità, mentre i quadricipiti e i muscoli posteriori della coscia (ischio-crurali e bicipiti femorali) sostengono e stabilizzano il bacino. In questa posizione, le gambe svolgono un ruolo attivo e devono rimanere forti e stabili, con l’intenzione di distendersi spingendo con i piedi sul pavimento in modo da estendere anche i muscoli profondi delle anche e supportare il sollevamento del corpo verso l’alto dal bacino.
Entrano in gioco anche i più potenti estensori delle anche, ossia i glutei, che si attivano soprattutto nella parte inferiore e laterale per creare spazio e proteggere la zona lombare scaricandola dal peso e da un’azione eccessiva, contribuendo così a un’adeguata estensione della colonna vertebrale.
L’azione chiave per eseguire l’arco da terra parte proprio dalla controllata retroversione del bacino (scoop) e dall’attivazione del pavimento pelvico (mula bandha) portando il peso del corpo verso le gambe, in modo da caricare le tibie e il centro del piede e spingendosi verso l’alto.
Poi una volta che il bacino si sarà sollevato, la spinta si sposterà al centro della schiena alla base inferiore delle scapole e l’estensione della colonna dorsale permetterà al torace di aprirsi e ruotare sopra le mani.
Addome e ‘core’
Il centro dell’addome gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio e nella protezione della colonna vertebrale. I muscoli addominali devono essere infatti attivi, ma non contratti in modo eccessivo, per evitare che la zona lombare venga compressa.
I muscoli trasverso e obliqui dell’addome lavorano per sostenere la colonna vertebrale, aiutando a distribuire la tensione su tutta l’area addominale e consentendo al corpo di mantenere una forma solida e stabile. Mantenere il core attivo previene anche l’iperestensione della schiena e aiuta a distribuire l’energia in modo uniforme.
Aree passive
Nella pratica di Urdhva Dhanurasana, è importante anche comprendere quali aree del corpo rimangono relativamente passive o rilassate per non disperdere eccessiva energia o creare tensioni. Primi fra tutti i grandi muscoli della schiena come gran dorsale e trapezio devono restare distesi, l’attivazione sarà degli erettori profondi della colonna.
L’apertura del costato e lo sforzo della posizione possono ad esempio irrigidire eccessivamente l’addome. Ammorbidendo gli addominali alti alla base dello sterno all’altezza della bocca dello stomaco, possiamo favorire un’espansione più morbida favorendo la respirazione diaframmatica.
I polsi, pur essendo un punto di appoggio, devono rimanere rilassati e allungati, così come i muscoli facciali, la mandibola e il collo, evitando tensioni inutili nell’area cervicale, per questo è importante anche mantenere la testa in una posizione neutra.
Consigli per praticare la posizione dell’Arco in sicurezza
Iniziare sempre con un riscaldamento, dando particolare attenzione a spalle, schiena e gambe.
Respirazione
Per mantenere la stabilità durante l’esecuzione, concentrarsi sulla respirazione, cercando di rilasciare la tensione al ritmo del respiro.
Utilizzo di supporti
Per progredire gradualmente nella posizione a seconda dei limiti iniziali possiamo lavorare in diversi modi.
Se si ha bisogno di aiutare l’estensione delle braccia e dei polsi e radicare le mani a terra, si possono avvicinare i polsi ad una parete o spingere i palmi delle mani sulla parete stessa o poasizionare dei mattoni yoga, inclinati in appoggio sulla parete, sotto le mani.
Per lavorare invece progressivamente sull’estensione dorsale della colonna e delle spalle, posizionare i piedi più alti del bacino, prima su dei blocchetti yoga e man a mano alzarli sempre più alti fino a partire con le spalle a terra e i piedi su una sedia yoga, così attiveremo maggiormente gli erettori profondi della colonna per salire verso l’alto e, nel tempo, raggiungeremo la linea dell’arco mano, spalla, torace.
Lavorare distendendo le gambe favorisce anche l’allungamento dei flessori delle anche stabilizzando il bacino che sentiremo forte e leggero.
Tempo
Concedersi il tempo necessario per progredire, accettando che la mobilità e la forza si costruiscono gradualmente con una pratica costante. In caso di qualsiasi dolore o rigidità durante l’esecuzione, è meglio fermarsi e riposare, rispettando i limiti personali del corpo.
Vi invitiamo a sperimentare questo āsana nelle nostre Lezioni sotto la guida dei nostri insegnanti di Yoga, scoprendo come questa posizione possa aprire nuove strade di crescita personale.
I Benefici di Ūrdhva Dhanurāsana
Di seguito i principali benefici della posizione dell’arco:
- Rafforza la schiena, le braccia e le gambe, migliorando la stabilità e la mobilità della colonna vertebrale.
- Allunga i flessori dell’anca, contrastando la rigidità dovuta a posture sedentarie.
- Tonifica i quadricipiti, bicipiti femorali e i glutei, stabilizzando l’area pelvica e migliorando l’equilibrio posturale.
- Aumenta la capacità respiratoria grazie all’apertura del torace, favorendo una respirazione più profonda e ossigenando i tessuti.
- Stimola la circolazione sanguigna e il sistema linfatico, favorendo la disintossicazione e il benessere generale del corpo.
Benefici mentali ed emotivi
- Agendo nella zona del plesso solare facilita il rilascio di tensioni e blocchi emotivi e stimola una profonda apertura emotiva, invitandoci ad affrontare con coraggio le emozioni.
- Incrementa la capacità di focalizzazione e presenza mentale grazie all’attenzione necessaria durante l’esecuzione.
- Promuove una mente calma e lucida, rendendo più facile affrontare stress e sfide quotidiane con equilibrio e forza interiore.
Le Controindicazioni
Essendo una posizione avanzata, Urdhva Dhanurasana dovrebbe essere praticata con cautela e sotto la guida di un insegnante esperto, è sconsigliata soprattutto in caso di:
- Problemi alla colonna vertebrale.
- Lesioni recenti ai polsi o alle spalle.
- Ipertensione, mal di testa frequenti o vertigini.
Posizioni intermedie
Per approcciarsi gradualmente alla posizione dell’arco si può lavorare su posizioni intermedie che permettano di sviluppare la forza e la flessibilità necessarie per eseguire Urdhva Dhanurasana in modo sicuro ed efficace, tra cui:
- Asana che lavorano sul risveglio della zona pelvica e l’azione sacrale nonché le gambe come: Utthita Trikonasana e i triangoli in generale, Virabadhrasana 1, Padmasana con estensione in arco.
- Asana che aiutano ad aprire il petto e estendono i flessori delle anche come: Urdhva Mukha Svanasana, Bhujangasana, Anjaneyasana.
- Posizioni che esplorano l’arco più gradualmente come Setu Bandhasana (il mezzo ponte) e Ardha Chakrasana (mezza posizione dell’arco da in piedi).
- Flessioni con estensione della colonna in avanti come Uttanasana per aiutare la mobilità della colonna vertebrale e allungare gradualmente gli ischio crurali.
- Posizioni che stabilizzano e rinforzano le spalle come Adho mukha Svanasana e Chaturanga.
Le Varianti di Ūrdhva Dhanurāsana
Una volta acquisita la sicurezza e la comodità in questa asana si possono sperimentare le sue varianti più avanzate che richiedono maggiore forza, flessibilità e consapevolezza del corpo:
- Dwi Pada Viparita Dandasana: in questa variante, si entra in Urdhva Dhanurasana, successivamente si appoggiano i gomiti al suolo, allungando gradualmente le gambe, fino a formare un arco ancora più profondo e stabile.
- Eka Pada Urdhva Dhanurasana (estensione a una gamba) dalla posizione di Urdhva Dhanurasana, viene portata una gamba più centrale e poi sollevata prima verso il petto e infine estesa completamente verso l’alto. In questa posizione l’apertura dell’anca e l’equilibrio sono intensificati.
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28 Novembre 2024 at 21:07
Glenda
Bellissimo blog! Complimenti!